|
Le imprecazioni
sono degli insulti non rivolti a nessuna delle persone
presenti e che
vengono usati sia come puro e semplice sfogo di energie
psichiche sia
come uno strumento espressivo, una sottolineatura, un segno
di
enfasi. |
La più comune imprecazione
in italiano è sicuramente "cazzo!",
il
nome dell'organo sessuale maschile (in altre forme regionali:
belìn
in ligure, minchia in siciliano, etc.).
Viene usata, come equivalente
scurrile dei più educati
"maledizione!" o "accidenti!",
per
indicare:
- disappunto: Cazzo! Ho
versato tutto il caffé
sulla tovaglia!
- ammirazione: Cazzo, che bella macchina che
hai!
- enfasi: Che cazzo vuoi?
Un altro uso molto comune è come equivalente di
"niente",
in frasi come "Non me ne
importa un cazzo!"
(I don't give a s. about it),
"Non so un cazzo!"
(I dont' know
a f. thing) o "In frigo non c'è
un
cazzo da mangiare!" (There is f. nothing to eat in the
fridge).Per
rendere l'espressione meno volgare senza perderne
l'espressività
si può usare, con lo stesso significato e
nelle stesse situazioni,
la parola "cavolo"
(cabbage).
Altre imprecazioni, leggermente meno comuni e meno
rudi per indicare
disappunto sono: "Porca miseria!" o
"Mannaggia!".