IL LAVORO

 

Il lavoro in Italia è visto più come un problema da risolvere che come un mezzo per realizzarsi, una fonte di soddisfazioni personali.

Il lavoro costituisce un problema perché, prima di tutto, è difficile da trovare. L'offerta di lavoro è, infatti, molto bassa, tanto a causa dell'economia, quanto della mentalità degli italiani. A differenza del mercato del lavoro americano, molto elastico e vario, il mercato italiano offre accanto alla possibilità di un lavoro indipendente (una professione), solo due tipi di impiego:

1-un lavoro fisso (spesso un lavoro statale)

2-un lavoro precario (nell'industria privata o nelle società di servizi).

 In altre parole, o si è assunti stabilmente e, in particolare con un lavoro statale, si può essere sicuri di non essere mai licenziati o trasferiti, o si è assunti solo temporaneamente, con brevi contratti, che non garantiscono nessun tipo di stabilità. Per la mentalità italiana solo il primo tipo di lavoro è un lavoro "vero", che dà sicurezza. La maggioranza degli italiani è impiegata, infatti, in posizioni che non impongono un cambiamento né del luogo, né del tipo di lavoro svolto.

 Molti, specialmente i giovani, si devono accontentare di lavori saltuari, senza alcun tipo di sicurezza.
Anche avere un lavoro saltuario, di fronte ad un mercato che offre pochi sbocchi, è fonte di insicurezza e di insoddisfazione.La prospettiva, infatti, di poter ritornare ad essere un disoccupato da un giorno all'altro, e di non essere poi in grado di trovare un'occupazione nuova in breve tempo, spaventa molti giovani che preferiscono appoggiarsi alle famiglie di origine per un tempo molto più lungo che i loro coetanei americani (su questo tema vedi anche i giovani e il rapporto con la famiglia e i giovani e il lavoro).