IL CASO SOMALIA

 

Nel 1993 l'Esercito Italiano ha inviato un contingente di paracadutisti a partecipare ad una missione di pace in Somalia, un paese dell'Africa Orientale (ex colonia italiana). La missione aveva come obiettivo il mantenimento dell'ordine nelle zone intorno alla capitale somala Mogadiscio e la distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione ridotta alla fame da una guerra civile. Era organizzata dall'ONU, l'Organizzazione delle Nazioni Unite.

 L'Esercito Italiano ha utilizzato per la missione in Somalia reparti della Brigata Paracadutista "Folgore", una brigata costituita da militari (di leva e di carriera) particolarmente selezionati ed addestrati, tutti volontari. La missione, che è costata la vita a tre soldati italiani, uccisi in uno scontro a fuoco tra bande rivali a Mogadiscio, si è conclusa dopo alcuni mesi con il ritiro delle truppe ONU dalla Somalia.

Recentemente, a quattro anni di distanza dalla missione, sono emerse alcune testimonianze che riguardano presunte torture inflitte dai paracadutisti della Folgore a dei civili somali ed alcuni casi di stupro di donne somale. Lo scandalo che ha investito l'Esercito Italiano, e in particolare la brigata paracadutista, è nato dalla pubblicazione, su un settimanale italiano, di una serie di fotografie scattate da alcuni militari durante i fatti in questione. Sui fatti contestati ai militari della "Folgore" stanno indagando sia la magistratura italiana civile sia quella militare.

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